Il mio progetto Viaggio italiano nasce formalmente nel febbraio 2017 in occasione di una lettura portfolio.
In virtù di questa lettura, segue una pubblicazione sulla rivista Il Fotografo di Denis Curti. Il progetto presentato (che nelle fasi precedenti dell’elaborazione avevo chiamato Tuscany ridens) è composto da fotografie di interni e di paesaggio.
Gli scatti relativi agli interni sono la mia produzione commerciale principale: oltre a servizi fotografici commissionati direttamente, sono accreditato come fotografo di interni presso diverse agenzie di rental. Per questi tipi di servizi mi trovo a ritrarre spazi molto diversi: ville centenarie nobiliari, spartani bed & breakfast, rispettosissime camere in condivisione, agriturismi pacchiani, appartamenti arredati col mobilio della nonna o con un piacevole stile modernista…
Spesso questo paesaggio di interni che costituisce Viaggio italiano è pervaso da un gusto medio, impersonale e asettico, come se la gozzaniana amica di nonna Speranza avesse fatto la spesa all’Ikea per comporre l’arredo accompagnata da Martin Parr. Del resto anche Airbnb, uno dei colossi del settore, cerca di vendere lo stesso modello: vai in giro per il mondo, ma sentiti a casa tua. Che potrebbe anche essere letto come: non ti preoccupare, vai a San Francisco, Tokyo, Capetown o Parigi, stai sereno che dormirai sullo stesso Svårta della tua stanza degli ospiti, mangerai nelle stesse Oftast dove fai ogni mattina la colazione e alla sera potrai accendere la stessa Lampan che puoi trovare a San Francisco, Tokyo… per leggere qualche pagina prima di addormentarti.
Rassicurante. O anche un po’ frustrante, dato che io vado a San Francisco, Tokyo… proprio per provare a vivere cose diverse da quelle che vivo abitualmente, proprio per provare quello scarto e quel piccolo e a volte piacevole disagio del disorientamento.
Ma che sia chiaro, io lavoro anche per Airbnb e casa mia è piena di mobili Ikea.
Qui sotto le foto pubblicate sull’articolo che, per esigenze editoriali dell’edizione cartacea, occupano uno spazio troppo piccolo